ultrarunning

Spin me on the miles
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Spin me on the miles

A luglio 2021 mi apprestavo a tentare, per la seconda volta, la traversata del Lagorai in meno di ventiquattro ore. L’idea di collegare un’intera catena montuosa in una sola giornata è una cosa affascinante e rappresenta perfettamente la mia idea di ultrarunning: un percorso logico e lineare che parte da un punto A e arriva a un punto B. Nessuna assistenza, se non qualche amico che cucina polenta sul percorso, e tante persone, migliori amici e sconosciuti, con cui condividere tante ore in montagna.

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Borracce, zaini e bottigliette di Coca Cola
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Borracce, zaini e bottigliette di Coca Cola

Una storia dell’idratazione nell’ultrarunning

Dunque, un po’ di storia.

A metà anni Novanta Marco Olmo si trova nella sua stanza di Robilante (Piemonte) a pensare alla logistica della sua prima corsa nel deserto: la Marathon des Sables. Senza pensarci troppo prende ago e filo e cuce due porta-bottigliette sugli spallacci del suo zaino, forse un Invicta.

Marco Olmo con uno dei suoi zainetti

Da lì a qualche anno un marchio di attrezzatura francese farà di quell’intuizione la propria cifra, aprendo anche una linea di prodotti progettati in collaborazione con Olmo. Nessuno lo vide però mai correre con uno di quegli zaini, restando fedele ai suoi prototipi. «Chi progetta gli zaini non li usa» dichiara sprezzante in un’intervista. Fatto sta che Olmo è stato uno dei primi a utilizzare sistematicamente un sistema di idratazione che oggi viene usato da tutti i brand di attrezzatura da corsa, da scialpinismo e da montagna.

Ma l’ult

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True vanlife
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True vanlife

Intervista ad Andrea Tarlao. A cura di Filippo Caon. Foto di Elisa Bessega.

Da bambino sognavo di vivere in un camper con cui potermi muovere portando dietro tutto il mio mondo – ero troppo legato agli oggetti, e forse lo sono ancora. Poi le cose sono andate diversamente; ma quando leggo la storia di qualcuno che vive in furgone, magari anche soltanto per un periodo della sua vita, mi ritorna in mente quel desiderio.
In fondo lo abbiamo fatto tutti un milione di volte: chiudere gli occhi e immaginarci in un furgone, con un paio di sci sul tettuccio e una coppia di mezze corde nel bagagliaio, e andarcene in giro per l’Alaska o per la California.

Con i social non dobbiamo più chiudere nemmeno gli occhi, basta aprire Instagram e cercare #vanlife per vedere miliardi di immagini di gente che fa finta di fare la vita che vorremmo fare noi. Poi come campino tutte quelle persone non lo sa nessuno, ma è bello immaginare che ci sia gente abbastanza ricca da vivere eternamente in vacanza senza fare nulla.
Ciononostante,
a noi le storie troppo belle per essere vere non interessano più di tanto, e quindi siamo andati a cercare qualcuno che quella vita la fa veramente. E che per farla ha deciso di rinunciare a un po’ di cose, prendendo il bello e il brutto di ciò che questo comporta.

DSCF2911-12Andrea Tarlao era un amico di amici, ci siamo incontrati quest’anno a Destination Santa, una gara/re

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